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mercoledì 10 febbraio 2016

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23 ottobre 2011 Angela Serra un'insegnante di Alghero viene trovata morta nella sua abitazione





1 novembre 2011  ALGHERO 01 novembre 2011 Aveva cinquant'anni, un lavoro che la gratificava e in mente una crociera a Natale. L'hanno trovata morta la settimana scorsa sul suo letto con una cordicella accanto al corpo. Causa del decesso: strangolamento. Ora resta da stabilire se sia omicidio, suicidio o incidente.



A scoprire il cadavere di Orsola Serra, algherese, single e docente di Pedagogia all'istituto alberghiero di Sassari, è stato il padre, un ex ufficiale dell'aeronautica militare, che dopo averla chiamata più volte al cellulare e al telefono di casa, martedì scorso alle otto del mattino si è precipitato nella sua abitazione di via Togliatti, a sud della città. E una volta entrato nell'appartamento si è trovato davanti a una scena agghiacciante: la figlia riversa sul letto e priva di vita. A quel punto, in preda alla disperazione, l'uomo ha subito chiamato i carabinieri della Compagnia di Alghero, che al comando del capitano Gianluca Zara sono immediatamente arrivati sul posto insieme con un medico. Medico che ha constatato il decesso della donna indicandone il momento della morte dopo le 21 della sera precedente. Secondo gli inquirenti, però, nulla farebbe pensare a un assassinio: la porta d'ingresso era chiusa, nessun infisso è stato forzato, la camera appariva in normale stato d'ordine, e soprattutto sul corpo della vittima non c'erano i classici segni di una collutazione. Suicidio dunque. Oppure, come suggerirebbe la cordicella, uno spericolato gioco erotico finito in tragedia. Fatto sta che dopo l'autopsia eseguita dal medico legale Franco Lubinu ieri sera la salma è stata riconsegnata ai familiari. E domani ad Alghero, nella parrocchia di San Giuseppe, si terranno i funerali. Eppure nonostante questa sicurezza con la quale i carabinieri accantonano l'ipotesi di un delitto, i parenti non sono affatto convinti che la donna abbia potuto compiere un gesto inconsulto. Anche perché - sostengono - nel pomeriggio precedente pare che il suo comportamento fosse assolutamente normale: era stata a pranzo dai suoi genitori, pensava al suo futuro in maniera rilassata e gioiosa, aveva appena acquistato un'automobile nuova e programmava persino una crociera per Natale.

Così la famiglia - e in particolare la sorella della vittima, un ex poliziotto ora in servizio all'ambasciata italiana a Mosca - ha deciso di rivolgersi a un legale, l'avvocato Elias Vacca, dandogli mandato per verificare il corso delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Paolo Piras e per rappresentare le tante perplessità rispetto a quello che appare un vero e proprio giallo. In altre parole, sono gli stessi parenti a richiedere un'inchiesta più approfondita. E anche se va ricordato che non di rado i familiari rifiutano l'ipotesi di un suicidio, in questo caso a loro avviso ci sarebbero troppi elementi che non tornano. Ma su tutto viene tenuto il massimo riserbo per evitare che le eventuali nuove prove siano inquinate. Dall'indagine tuttavia sarebbe emerso che la vittima parecchi anni fa aveva già tentato di togliersi la vita e che probabilmente negli ultimi tempi si era invaghita di un uomo che non ricambiava il suo affetto. Un mistero ancora tutto da chiarire, insomma, specie se si tiene conto che la donna non ha lasciato nulla di scritto. Tra le due ipotesi di omicidio e suicidio, ne spunta comunque un'altra che, considerate le circostanze della morte, potrebbe non essere scartata: una pratica erotica (anche autoerotica) che attraverso un strozzamento produce una sensazione simile a quella dell'orgasmo.



5 novembre 2011 Nessun suicidio, la prof di Alghero è stata strangolata

La svolta nelle indagini è arrivata con il coinvolgimento nel caso del Nucleo
investigativo provinciale e con l'esito dell'autopsia: il medico legale ha escluso il suicidio. Un delitto quindi, ma volontario o preterintenzionale? 
Il segnale che qualcosa era cambiato rispetto alle prime conclusioni è arrivato assieme alla relazione del medico legale e al coinvoglimento del Nucleo investigativo del comando di Sassari.
...Il magistrato, insomma, ha deciso di vederci chiaro avvalendosi di una vera e propria task-force specializzata nel risolvere i casi di omicidio più intricati. E contemporaneamente ha aperto un fascicolo procedendo a carico di ignoti, pur senza ipotizzare alcun reato. Il compito dei militari giunti dal capoluogo sarà quello di elaborare i dati già raccolti, di incrociarli con le testimonianze e i racconti di chi conosceva bene Orsola, per poi trovare prove e indizi nuovi. 
...Orsola compare nel social network con lo pseudonimo di Dafne Calendula (la calendula è una pianta
in perenne fioritura). Negli album fotografici online si possono ancora vedere alcune sue immagini scattate durante una performance teatrale. Immagini che alla luce di quanto è accaduto appaiono inquietanti.
L'articolo completo su: 


12 novembre 2011 

Al Ris la corda dell'omicidio: chiave del giallo

Trovata accanto al cadavere di Orsola Serra, ora si cercano delle tracce biologiche...
Quando arriverà l'esito del Ris comandato dal colonnello Giovanni Delogu? Dipende dalla complessità dell'esame e dalla quantità di residui presenti sul reperto. Nel caso in cui non ci dovessero essere abbastanza tracce, la Procura potrebbe ordinare un accertamento irripetibile perché comporterebbe la distruzione della prova. 


7 dicembre 2011 viene arrestato Alessandro Calvia 

30 marzo 2012 Negato il rito abbreviato al 41enne accusato dell´omicidio dell´insegnante algherese Orsola Serra, avvenuto ad Alghero lo scorso ottobre

Omicidio Serra: Calvia in Corte d´Assise



16 aprile 2012 Omicidio Serra, processo rinviato  L'imputato: "Non sono io l'assassino"

 trovata il 23 ottobre scorso priva di vita nel suo letto con accanto una cordicella sulla quale è stato trovato il dna di Alessandro Calvia, di 41, di Alghero, ex amante della donna con cui aveva una relazione sentimentale da circa un anno. 
...A far finire in carcere il disoccupato algherese, con l'accusa di omicidio volontario, erano state le analisi dei Carabinieri del Ris di Cagliari. Gli investigatori avevano, infatti, trovato "cellule epiteliali" compatibili con il Dna di Calvia nella cordicella trovata accanto alla vittima. 

NOTA in un articolo si parla di cordicella stretta al collo....poi scrivono "accanto". Il primo a giungere sulla scena del crimine è stato il papà della ragazza il quale forse vedendo la cordicella al collo ha tentato di toglierla. In tutto quel trambusto la scena del crimine è stata contaminata, tenendo anche conto che essendo Alessandro amante di Orsola, la casa abbondava di suo DNA e di cellule epiteliali, specialmente sul luogo del ritrovamento del corpo (letto). 

Omicidio Serra, processo rinviato L'imputato: "Non sono io l'assassino"


4 giugno 2012 Donna uccisa ad Alghero, al processo la drammatica testimonianza dei genitori

Udienza in corte d’Assise al processo per l’omicidio dell’insegnante Orsola Serra. Sentiti anche i militari che hanno trovato il corpo
SASSARI. Sono stati quattro i testimoni sentiti questa mattina, in corte d’Assise a Sassari, al processo per l’omicidio del’insegnante algherese Orsola Serra, trovata morta nella sua casa il 23 ottobre 2011, per cui è accusato Alessandro Calvia. Il maresciallo Flavio Muzzu della Compagnia di Alghero, primo a giungere sul posto la mattina del 24 ottobre 2011, ha confermato la presenza della cordicella intorno al collo della vittima: «una corda piegata in due e posizionata sulla parte anteriore del collo, dove il solco era più evidente, che si chiudeva poi dietro al collo ma con le estremità libere, non come a formare un cappio». Il maresciallo entrò in casa con Ettore Serra, padre della vittima, che garantì agli investigatori di non avere toccato o spostato niente, versione confermata anche oggi da lui e dalla moglie Aurea Martinez. Entrambi hanno ribadito di essersi limitati a prendere gli indumenti necessari per vestire la figlia. La testimonianza del maggiore Giuseppe Urpi, Comandante del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Sassari, ha posto, ancora una volta, telefonate e tabulati telefonici al centro dell’udienza. Intervenuto solo ai primi di novembre, una volta che gli accertamenti medico legali hanno aperto la strada all’ipotesi dell’omicidio e il Ris ha confermato la presenza del Dna di Calvia sulla corda, con i suoi uomini ha ricostruito i movimenti di Orsola Serra soprattutto nel suo ultimo giorno di vita. Urpi ha fatto riferimento alle due telefonate menzionate durante la scorsa udienza dai difensori di Calvia, Danilo Mattana e Nicola Satta: una chiamata di Calvia alla fidanzata, alle 19.22 del 23 ottobre, e una della vittima, un minuto dopo, ad un’amica. Mentre per i difensori questo significherebbe che Orsola Serra era viva e non si trovava con l’imputato, secondo il maggiore dei carabinieri invece «il fatto che i due cellulari si siano agganciati a celle telefoniche diverse non necessariamente garantisce che si trovassero in luoghi diversi. Tanto più - ha detto - che la casa della vittima si colloca in mezzo alle due celle telefoniche, vicine tra loro». Ancora tutto in discussione, dunque, per quanto riguarda queste telefonate e da chiarire il giallo, per ora senza esito,
legato ad altre due chiamate senza risposta, effettuate al cellulare della Serra il giorno della sua morte, alle 20.40, e partite da cabine telefoniche a gettone, quindi non tracciabili. Nella prossima udienza, fissata per venerdì 8, verranno ascoltati altri testi tra cui il medico legale.

NOTA tornate all'articolo del 1 novembre 2011. " A quel punto, in preda alla disperazione, l'uomo ha subito chiamato i carabinieri della Compagnia di Alghero, che al comando del capitano Gianluca Zara sono immediatamente arrivati sul posto insieme con un medico. Medico che ha constatato il decesso della donna indicandone il momento della morte dopo le 21 della sera precedente. "
domanda: un padre che vede il cadavere della figlia sul letto secondo voi, in preda alla disperazione non tocca nulla? Non si avvicina alla figlia per vedere se è viva o morta e tentare di rianimarla? E l'assassino secondo voi..una volta  strangolata la vittima..si preoccupava forse di sciogliere il cappio e poggiare la cordicella  sul collo? E perché alcuni giornali  scrivono anche "accanto" al corpo? Ricapitolando dev'essere andata forse così: il padre giunge per primo (e non credo non si avvicini a sua figlia e non si accerti se per caso è viva o non tenti di sciogliere una corda al suo collo..), disperato chiama i carabinieri, poi avvisa la moglie; il "prendono i vestiti della figlia per vestirla"..si riferisce A   DOPO L'AUTOPSIA... ??
Inoltre..in un articolo si scrive che il padre scoprì il corpo e la vide per primo e poi chiamò i carabinieri, in un altro articolo si legge che il padre e il maresciallo entrarono insieme Il maresciallo entrò in casa con Ettore Serra, padre della vittima, che garantì agli investigatori di non avere toccato o spostato niente, versione confermata anche oggi da lui e dalla moglie Aurea Martinez. Entrambi hanno ribadito di essersi limitati a prendere gli indumenti necessari per vestire la figlia.


http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/06/04/news/donna-uccisa-ad-alghero-al-processo-la-drammatica-testimonianza-dei-genitori-1.5202253



16 giugno 2012«Orsola ha lottato con l’assassino»

Il medico legale ricostruisce in aula il delitto di Alghero e i lunghissimi minuti di agonia dell’insegnante
...Alessandro Calvia, algherese di 41 anni, amante saltuario di Orsola, accusato d’averla uccisa perché voleva vivere con lui. ...
nota: ma vi sembra plausibile un simile movente??? 
..Come può l’assassino essersi fermato a sciogliere il cappio, essendo stato trovato con le estremità libere? «Forse nel tentativo di portarlo via», è la spiegazione di Lubinu. Che però predilige, quale ricostruzione più probabile, l’ipotesi della corda usata tenendo con due mani le estremità, estremità dove però il Dna di Calvia non c’è. A proposito del ritrovamento del codice genetico, su domanda dell’avvocato Satta Lubinu rivela che «si seguono metodiche diverse» rispetto a quella usata in questo caso.
nota: ma come è possibile strangolare una persona (che si difende) e lasciare il proprio DNA SOLO IN UN PUNTO AL CENTRO DELLA CORDA??? Strangolare una persona non credo sia cosa da poco, bisogna essere suppongo.. non solo forti  contro la vittima che di sicuro perlomeno scalcia e si dimena ed essere persistenti nel tenere stretta la corda. Tale corda dev'essere pur stata presa dall'assassino e preparata "a cappio" o comunque sia... e figuriamoci quanto DNA  di Calvia...avrebbe dovuto trovarsi su quella corda! INVECE NO, c'è solo al centro della corda MA NON ALLE SUE ESTREMITA' : vi sembra normale???


 http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2012/06/16/news/orsola-ha-lottato-con-l-assassino-1.5274626



29 ottobre 2012 

Clamorose sorprese nel processo per l'omicidio di Orsola Serra

Calvia accusa i carabinieri


Il processo contro Alessandro Calvia per l'omicidio di Orsola Serra, l'insegnante algherese trovata morta nel suo appartamento di Alghero un anno fa circa, si arricchisce di un nuovo e sorprendente elemento.

L'imputato Alessandro Calvia avrebbe inviato una sua lunga lettera alla Procura Generale accusando addirittura i carabinieri e il padre di Orsola quali protagonisti dell'omicidio di Orsola. Calvia, come riferisce l'Unione Sarda, avrebbe inviato la lettera al Procuratore generale senza informare i propri legali.

Nella note il presunto omicida di Orsola Serra segnala che i suoi congiunti sono costantemente seguiti da auto dei carabinieri. Intanto la Corte d'Assise ha disposto un nuovo esame del Dna individuato sulla corda con cui sarebbe stata uccisa l'insegnante.

Recentemente si è pronunciato su quest'ultimo particolare un super perito, sostenendo che la morte dell'insegnante algherese è avvenuta in seguito a " un gioco erotico ".
Foto: Orsola Serra

 http://www.buongiornoalghero.it/contenuto/0/11/6025/clamorose-sorprese-nel-processo-per-l-omicidio-di-orsola-serra


Calvia respinge l'accusa di omicidio «Non ho ucciso Orsola Serra»

venerdì 23 novembre 2012 di Daniele Murino
Calvia depone in aula (foto: SassariNotizie.com)
SASSARI. «Quando si entra in carcere per una cosa di cui non si è responsabili si passano dei momenti veramente difficili, glielo posso assicurare». Questa mattina Alessandro Calvia, l'unico imputato per l'omicidio di Orsola Serra, ha deciso di sottoporsi all'interrogatorio del pubblico ministero Paolo Piras. E durante la deposizione, durata quasi quattro ore, Calvia ha risposto a tutte le domande introducendo nel dibattito nuovi particolari e nuove accuse.
«Io non ho ucciso Orsola Serra. Se dovessi ipotizzare un possibile assassino, penserei a Pietro Moretti», l'ex fidanzato dell'insegnante di Alghero trovata uccisa nel suo appartamento il 23 ottobre del 2011. Ed ecco la prima novità. Alla domanda posta dal Pm «come spiega che sull'arma del delitto sia stato trovato il suo Dna?” l'imputato offre una lettura diversa dell'omicidio. «Orsola è stata strangolata con una corda. Nel cassone della motocarrozzella con cui lavoro ho l'abitudine di tenere delle cime simili a quella che è stata trovata sul letto della vittima. È possibile che Moretti abbia rubato una di quelle corde per uccidere Orsola». Un ipotesi che Alessandro Calvia cerca di blindare con un'altra affermazione: «Se avessi ucciso Orsola non lo avrei fatto a mani nude. Sicuramente avrei indossato dei guanti».
Durante l'interrogatorio, il pubblico ministero ha chiesto all'imputato di ripercorrere tutti gli spostamenti fatti nel giorno del delitto. «Domenica ho incontrato Orsola alle 16.15 in via Degli Orti. Lei era in macchina e io in bicicletta. Mi ha invitato a casa per parlare e verso le 17 siamo andati nel suo appartamento. Alle 17.45, però, sono tornato verso casa mia perché avevo un appuntamento con un'altra donna con la quale stavo cercando di creare un rapporto stabile». Da quel momento Calvia giura di non avere avuto più niente a che fare con la vittima. L'imputato, sempre secondo la sua ricostruzione, avrebbe raggiunto Anna Diana all'appuntamento delle 19.00 e insieme a lei si sarebbe recato in una pizzeria di Alghero per prendere due pizze da asporto.
Nella prima fase dell'interrogatorio, Alessandro Calvia ha raccontato alla corte d'Assise di Sassari la nascita della relazione con Orsola e ha sottolineato le sfumature di questa unione. «Ho conosciuto Orsola il 4 novembre del 2010. Ho lasciato una rosa sul parabrezza della macchina con il mio numero di telefono. Da quel momento abbiamo iniziato a frequentarci con assiduità. Io non ero interessato a un fidanzamento mentre lei voleva convivere e sposarsi. Si era innamorata di me».
L'udienza di lunedì prossimo sarà dedicata sia all'interrogatorio dell'imputato da parte dell'avvocato delle parti civili, Pietro Piras, sia al contro esame degli avvocati difensori Nicola Satta e Danilo Mattana.
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le analogie: ancora una volta dovrebbero essere gli indiziati-imputati a spiegare la presenza del DNA?

CASO CALVIA : domanda posta dal Pm «come spiega che sull'arma del delitto sia stato trovato il suo Dna?” 

CASO BOSSETTI: domanda posta dalla PM: " come spiega che sui leggins di Yara c'è il suo DNA?



4 dicembre 2012 

Orsola, ancora dubbi: perizia sull’ora della morte


I giudici dispongono una nuova consulenza per stabilire quando fu strangolata E la fidanzata di Calvia: «Sandro è stato con me dalle 19.30 fino al giorno dopo»
...Giudici popolari e togati hanno riflettuto sulla necessità del nuovo accertamento, poi sono tornati nell’aula dell’Assise già col nome del perito: sarà Sabino Peloni, dell’Università di Modena, a vagliare le risultanze medico legali e i certificati del 118 a partire dal 19 dicembre, quando gli sarà conferito l’incarico. Il perito dovrà capire se Orsola è stata strangolata attorno alle 20 del 23 ottobre, come sostiene il consulente del pm, Franco Lubinu. Oppure se ha esalato l’ultimo respiro dopo le 21.30, ora della quale è certo, invece, il consulente della difesa Francesco Maria Avato, celebre per il suo apporto al processo sul giallo di Garlasco. Evidentemente, la sua audizione in aula ha insinuato il dubbio nella Corte a proposito dell’orario della morte. Lubinu la individua nelle 8 di sera, cioè esattamente 12 ore prima del ritrovamento del corpo da parte del padre di Orsola, Ettore Serra. Avato invece sposta la lancetta in avanti di un’ora e 30 minuti, e fa partire le 12 ore - a ritroso - dalle 9.30, cioè da quando il medico del 118 sposta il corpo di Orsola e fa scattare quel movimento del flusso sanguigno che traccia le macchie ipostatiche, cioè la colorazione del corpo che si forma in base allo spostamento del sangue verso il basso.
...Calvia giura di essere uscito da casa di Orsola prima delle 18, di aver incontrato la sua fidanzata “ufficiale”, Anna Diana alle 19.23, 19.24, cioè pochi istanti dopo una chiamata al cellulare, e poi di essere andati assieme a prendere due pizze, per poi farsele portare a casa di lei. «È andata così», ha confermato ieri Diana alla Corte, citata dai difensori. «Alessandro e io siamo stati assieme fino alle 9 del mattino successivo. Me lo ricordo perché avevo una visita». Ma il legale di parte civile, Pietro Piras, ha chiesto di accertare quanto tempo ci vuole per raggiungere casa del datore di lavoro di Diana da quella di Orsola. Il 14 dicembre, parola alla genetista sul Dna presente sull’arma del delitto. Deve confermare se è dell’imputato.
http://lanuovasardegna.gelocal.it/alghero/cronaca/2012/12/04/news/orsola-ancora-dubbi-perizia-sull-ora-della-morte-1.6143198


9 marzo 2013 

«Troppi errori e falle nell’inchiesta su Orsola»

La difesa di Alessandro Calvia ricorda come all’inizio si fosse pensato al suicidio Nel mirino anche ora della morte, corda distrutta e scarse indagini sull’altro exSASSARI. 
«Intuizioni sbagliate, errori macroscopici come la distruzione della corda, l’arma del delitto, l’individuazione dell’ora della morte che i periti hanno spostato in avanti di almeno due ore. E ancora, circostanze inquietanti su un altro ex della vittima mai tenute in considerazione: sono i dati emersi in aula a dire che quello ad Alessandro Calvia è il processo delle verità mascherate di scienza, poi smentite». 
...Celle telefoniche. Mattana si ancora «a dati certi». «La sera del 23 ottobre 2011, i tabulati di vittima e imputato registrano tre chiamate», divenute poi importanti per gli inquirenti. «Alle 19.22 dal telefono di Orsola Serra parte una chiamata, non risposta, all’amica Isabella Di Maio», che l’aspettava in chiesa per il rosario. «Sempre alle 19.22 parte invece la telefonata di Calvia a Anna Diana», l’allora fidanzata ufficiale dell’imputato e suo teste chiave per l’alibi. «Poi è Anna a chiamare Calvia, qualche secondo dopo. Ma il punto è che mentre il telefono di Orsola aggancia la cella telefonica di Passionisti/via De Gasperi, i telefoni di Calvia e Diana sono coperti dalla cella di via Catalunya». In teoria, quindi, sarebbero in due punti diversi della città, sebbene non ci sia certezza derivante da dati tecnici e - secondo il pm - l’ora della morte sia da individuare attorno alle 19.30.
...E anche l’altro testimone, il figlio di Anna Diana, che non va affatto d’accordo con Calvia, anzi lascia la casa della madre quando si accorge che è tornata a visitarlo in carcere, bene il figlio ci dice che Calvia trascorse tutta la notte in casa, con la madre». La difesa punta su questo elemento rimasto quasi cristallizzato, a partire dall’incontro (questo invece messo in dubbio) con Anna Diana, tra via Brigata Sassari e via Sant’Agostino, alle 19.23 - assicura Calvia - proprio all’ora della telefonata, prima di andare in pizzeria. «A quell’ora Orsola è viva, perché è stata uccisa dopo le 22». Come a dire: non da Calvia. (..testimoni a favore...ignorati, altra analogia!)

Mattana è certo che ci siano state falle all’origine dell’inchiesta, da quando un maresciallo giunto sul posto dopo il padre della vittima, Ettore Serra, pensò a un suicidio per via di un segno sulla trave del baldacchino. Ma Orsola era stata strangolata. «Del luogo del delitto sappiamo poco, anche perché nella camera da letto entrarono molte persone e non furono rilevate impronte: non fu rispettato il protocollo», sottolinea il penalista. Per poi affondare «su una possibile pista alternativa mai esplorata». «Si è detto che tra i primi sospettati ci fu anche l’altro ex di Orsola, Pietro Moretti (mai indagato, ndc). Gli fu chiesto dove fosse tra le 16 e le 20, perché il consulente del pm parlava ancora delle 19.30 come ora della morte. E sapete dov’era Moretti? In un bar a 100 metri da casa di Orsola». E sfodera un elemento inedito, fornito da una intercettazione tra l’allora compagna di Moretti e un agente di polizia, un paio di mesi dopo l’omicidio di Orsola: «Al telefono l’ex compagna dice, riferendosi a Moretti - legge Mattana - Fra un po’ mi impiccherà, mi mette le mani al
collo. Mi ha detto “prima o poi ti faccio fuori”».

http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/03/09/news/troppi-errori-e-falle-nell-inchiesta-su-orsola-1.6669686

note: è "normale"  secondo voi... la distruzione dell'arma del delitto??? 
note: altra analogia col caso Yara-Bossetti: LE CELLE TELEFONICHE!
note: non considerate le piste alternative, non rispettati i protocolli, non considerate intercettazioni a favore di Calvia e "contro" l'ex fidanzato Moretti.


16 maggio 2015 

Condannato Calvia: calunniò il padre dell'insegnante strangolata

L'imputato di Alghero, che sta scontando 24 anni di carcere per l'omicidio di Orsola Serra, in una lettera aveva accusato del delitto il padre della vittima e i carabinieri. 
.... A ottobre del 2014 Alessandro Calvia è stato condannato in Appello a 24 anni di carcere, i giudici avevano confermato la sentenza di primo grado

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