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martedì 9 luglio 2013

APPELLO DISPERATO DEL MARESCIALLO MARCO DIANA VITTIMA DELL'URANIO IMPOVERITO




Chiedo a tutti di iniziare la guerra, sollevare i toni dell'opinione pubblica al massimo del possibile dell'inimmaginabile a tutti i livelli vi imploro con questa supplica perché fra un po sarò morto..

Per proprio oggi ho ricevuto due comunicazioni; una da parte della sanità che mi comunica che mi è stata completamente sospesa dal 30 giugno 2013 la somministrazione di tutti i medicinali e gli integratori, e la seconda del ministero della difesa che mi vuole ri-sottoporre a visita alla commissione medico legale di cagliari per ri-accertare se io ho ancora il cancro e se il mio cancro ancora dipende dal servizio e se le terapie di cura che sto facendo sono causate dalla malattia contratta per colpa del servizio, e in più devono accertare se ho necessità di essere assistito 24 h al giorno.


Naturalmente vi rendo noto che queste certificazioni a vita sono state già riconosciute con due sentenze della magistratura a vita,


e in più sono state riconosciute anche dalla commissione superiore di sanità del ministero della salute ( INPS ) e anche dalla stessa commissione medico legale di cagliari che accertò e dichiarò per iscritto che tutte queste certificazioni mi erano state riconosciute dalla stessa commissione medico legale di cagliari a vita e senza possibilità di miglioramento ma solo di peggioramento.


Questo lo certificò lo stesso presidente della commissione medico legale di cagliari (il tenente colonnello medico MAURIZIO MASCOLO) - 

(per chi lo volesse contattare il numero di telefono è: 070-60345368) 

o email maurizio.mascolo@esercito.difesa.it

Questo che vi sto dichiarando come potete capire è una grave forma di inosservanza delle sentenze della magistratura definitive a vita e dei vari verbali delle commissioni medico legali di stato compresa quella militare a cui mi devo presentare che si sono già espresse a vita e in modo permanente i colpevoli della messa in pratica di tali reati in base alla legge della repubblica italiana sono: 

la direttrice della direzione generale della previdenza militare primo reparto quarta divisione dottoressa Isabella Cimino numero telefonico: 
06-517052356  mail  r1d6s0@previmil.difesa.it   FAX 06517052707

e il direttore generale di IGESAN il colonnello Lista numero telefonico: 
06-777039012.


Amici vi chiedo e vi imploro in nome di Cristo nostro signore e della beata Vergine immacolata e in nome di tutti i valori che hanno portato i nostri avi a dare la vita per il tricolore a cui noi siamo legati discendere con me uniti in una lotta di diritto e di civiltà usando qualunque mezzo per riportare la nostra italia ad avere amministratori puliti e onesti in modo da dare un futuro sereno ai nostri figli...

vi imploro di aiutarmi altrimenti tra qualche mese io sarò morto,
e insieme a me morirà questa lotta e la voce che urla nel deserto e che molto fastidio a molti, anzi troppi.

A I U T A T E M I s t o m o r e n d o!!!

Vostro fratello Maresciallo Granatiere Marco Diana.



Caro Maresciallo Diana, ti rendo onore per il servizio inutile che hai offerto a questa che non è più Patria ma PATRIGNA.

Ti rendo onore per aver obbedito credendo in valori che non esistono più.

Ti rendo onore per esserti fatto usare in una missione di guerra che non è affatto una missione di pace e per essere stato vittima di intrallazzi tra governi  di ogni luogo-colore & produttori di armi.

Ti rendo onore per esserti sacrificato in nome di una  missione assassina che ha fatto ammalare tanti ragazzi  giovani e valorosi  come te.

Ti rendo onore per la tua eroica lotta  contro il male che l'uranio  ti ha provocato.

Il silenzio criminale che vi ha esposti all'uranio, grida vendetta non dai giudici terreni ma da quel giudice supremo in cui tu credi.

Io mi vergogno di essere italiana pur avendo in famiglia un eroe nazionale. Non vale la pena morire per nessuno, meno che mai per una Patria che è stata trasformata in FOGNA.

Non arrenderti, la gente è con te. Ti abbraccio
Agnesina Pozzi


da http://maresciallodiana.com/
La storia che vi racconto ci riporta un po’ indietro, negli anni dello scandalo sull’uranio impoverito usato durante una delle tante missioni alla quale l’Italia partecipo.
Tra quei militari, c’era anche Marco Diana, Maresciallo dei Granatieri Di Sardegna, che partecipò a tutte le missioni prima del 1998.
Oggi Marco è malato di cancro, e per lo Stalo è morto qualche anno fa, quando nella lista della commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, era presente anche il suo nome.

Percepisce solo la pensione minima, nonostante gli sia stata riconosciuta l’invalidità per causa di servizio.
Non solo,per le cure che sta affrontando, ha bisogno di vari spostamenti e di farmaci che hanno un costo,ma nulla di tutto questo gli viene coperto dallo Stato.
Oggi il Maresciallo Diana chiede la medaglia a valor militare, il suo desiderio e poterla stringere tra le sue mani….ma i tempi si allungano.
Lo Stato sembra assente e ottuso, continua a rimandare indietro tutta la documentazione che Marco presenta, affermando che :” la sua persona non è stata usata in modo improprio da giustificare le sue richieste” .
Credo che al contrario lo Stato ne abbia la responsabilità, soprattutto quando manda i suoi uomini in missione, e credo sia ancor più doveroso un riconoscimento ad una persona che ha dato la propria salute e sta dando la propria vita alla Bandiera Tricolore.
L’ex comitato “Titti Libero” ha deciso da tempo di sostenere e aiutare Marco in questa battaglia, provvedendo all’invio di una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, perché interceda ad accelerare i tempi ( troppo lunghi ), affinchè venga restituita al Maresciallo,in termini economici e morali, quello che gli spetta.
Inutile dirvi che al momento non è pervenuta nessuna risposta.
Così abbiamo deciso ancora una volta di usare internet contro il muro del silenzio.
Abbiamo aperto una petizione che trovate a questo indirizzo: http://www.firmiamo.it/marcodiana
Ma chiediamo a tutti quelli che leggeranno questo articolo,e a chi naturalmente ne ha la possibilità, di aiutarci a divulgarlo.
Marco Diana ha già dato tanto per il suo paese, ora tocca a noi dagli una mano.

mercoledì 3 luglio 2013

IL KAMIKAZE GIOACCHINO BASILE NON SI ARRENDE!!!


Pubblico ancora le lettere dell'EROE VERO DELL'ANTIMAFIA, Gioacchino Basile, da anni inascoltato, e volutamente  ignorato da chi dovrebbe invece far luce sulle stragi e sulla cosiddetta "trattativa" Stato-mafia. Nessuna trattativa ma un intreccio criminale e complice che Gioacchino denuncia pubblicamente da decenni per la qual cosa ha pagato e sta pagando prezzi altissimi!!!
Da anni Gioacchino non si arrende e ci riprova, è nonostante tutto fiducioso nelle "isitituzioni", lancia i suoi proclami, dirige coraggiosamente le sue accuse, chiede di essere audito dalle varie commissioni parlamentari... 
Chi lo ignora forse è complice, perlomeno moralmente, dell'occultamento della verità. Onore a Gioacchino Basile, vero protagonista della lotta alla mafia!!... Sugli altri  "figuranti"  di uno squallido teatrino e business associato, non mi pronuncio. Grazie, Gioacchino del tuo eroismo, 

Agnesina Pozzi




                                                                                     Monfalcone 14 giugno 2013

RACCOMANDATE AR 
fraz.99117  sez.13
operazione 0069 e 0070
del 14/6/2013
ore 10,20-10,22



Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano

Consiglio Superiore della Magistratura
Avv. Michele Vietti

Presidende della Camera dei Deputati
ON. Laura Boldrini

epc.

Presidente del Senato
Senatore Pietro Grasso


Oggetto: Kamikaze

                   Signor Presidente Giorgio Napolitano, come Lei ben sà, e come dal 5 giugno 2006 ben sa l’odierno Presidente del Senato ed ex Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso, sono già ben 11 anni che da “incosciente” Don Chisciotte mi batto contro la mafia che ha il volto delle Istituzioni per fare emergere il vile movente che determinò  l’urgente strage di via D’Amelio.
L’infame strage vede protagonista lo scenario omissivo della Procura di Palermo che agiva in funzione d’istituzione criminale in difesa della Fincantieri (BELSITIANA) che pagava “le funzioni regolatrici” della famiglia mafiosa, che già nel giugno del 1989 aveva attuato l’attentato all’Addaura contro Giovanni Falcone: i Galatolo.
Il protagonista di quelle rozze omissioni, che per essere esercitate necessitavano urgentemente della strage che fece uscire di scena Paolo Borsellino è l’attuale coordinatore della ridicola “trattativa” (sic.): il Procuratore agg. Vittorio Teresi.
Dopo ben 7 anni d’inquietanti silenzi Istituzionali, querele andate a vuoto - vedi Carlo Vizzini (sic.) -  e di vecchi e nuovi depistaggi CIANCIMINIANI che avrebbero dovuto uccidere la VERITA’--, per non far annegare nella pestifera melma della palude politico-istituzionale la mia patriottica speranza, nel febbraio dell’anno 2010  ho formulato la qui allegata lettera aperta, che la mattina del 15 febbraio di quello stesso anno, fra lo stupore degli addetti alla mia tutela, ho distribuito in forma di volantino dentro il “Palazzo di Giustizia” di Palermo al solo scopo di costringere letteralmente il Proc. agg Vittorio Teresi ad uscire dal tugurio del silenzio  ed a querelarmi per scrivere nei verbali d’un Processo a carico del "kamikaze  (sic.) Gioacchino Basile", l’infame verità che tiene in ostaggio l’onore del nostro Paese.
Dal Presidente Pietro Grasso non mi aspetto molto, a Lui mi rivolgo solo per rispetto Istituzionale, ma da Lei Signor Presidente e dagli altri destinatari mi aspetto, almeno, il dignitoso impegno Istituzionale che volge l’attenzione nel Procedimento Penale r.g.n.r. N 1899/10 che si stà celebrando nel Tribunale di Caltanissetta, dove sono serenamente consapevole delle arroganti e vergognose difficoltà che la Verità e la Giustizia si troveranno ad affrontare.
La prossima “udienza” dell’unico Processo, forse mai celebrato, senza alcuna ammissione dei testi a difesa - erano più di 40 di cui ben 27 ben motivati (sic.) - si svolgerà il prossimo 9 luglio 2013. Di questa decisione, assunta con Decreto dal Giudice Monocratico: lascio a voi  la riflessione sia procedurale che morale.
Con quei testi potevo disegnare e scrivere l’indegno scenario di quella strage che costò la vita a 6 uomini fedeli alla nostra Costituzione, la morte civile di Gioacchino Basile e l’indegna condotta morale e professionale del Proc. agg Vittorio Teresi, ma grazie a Dio sono sempre in grado di fare emergere nel “Processo” la vergogna che tiene ostaggio l’onore della nostra Costituzione ed il volto di coloro che l’hanno tradita per meschino calcolo politico –istituzionale.
Signor Presidente, seppur con profondo rispetto, Le voglio ricordare che non intendo morire senza aver prima sconfitto la vergogna di quello scenario politico-istituzionale che dalla fine degli anni 70 e fino al 19 luglio 1992 ha ordito la morte dei suoi uomini migliori per coprire i traditori della nostra Costituzione e gli sciacalli filostatalisti che banchettavano e banchettano ancor oggi sulla dignità e sui bisogni della nostra gente.
Signor Presidente come Lei ben sà sono tanti, troppi quelli che ancora oggi sotto l’abitino istituzionale vestono lerci indumenti sporchi di fango di merda e di sangue.
Ma io spero che anche voi destinatari – che avete precisi ed inderogabili obblighi Istituzionali – siate veramente dalla parte della Verità e della Giustizia.

                                                                                                    Con rispetto      
                                                                                                  Gioacchino Basile

Palermo, 15 febbraio 2010
Egregio Procuratore aggiunto Vittorio Teresi,
       sono convinto che i mortali semi delle polveri d’amianto, ospiti indesiderati dei miei polmoni, stiano cominciando subdolamente a devastarli: il mio corpo mi parla, grida l’allarme ma non posso fare nient’altro che ascoltarlo con dignitosa passività ed attendere l’eventuale sentenza di morte con serena pazienza.
       Credo che ormai non mi resta molto tempo da concedere alla speranza, che la magistratura siciliana abbia il coraggio di guardare dentro quelle tue ed altrui  infami responsabilità, in ordine a quelle calunnie contro la nostra Costituzione che fino al 25 febbraio del 2002 si rendevano “misteriose” ai miei occhi solo grazie alla strage di via D’Amelio che realizzò le uniche condizioni possibili per consentire a te e ad altri tuoi colleghi di tradire le mie patriottiche ragioni.
       Quest’anno all’inaugurazione dell’anno giudiziario il vedere te a Palermo (e Giancarlo Caselli a Torino) proprio voi, due recitare la parte dei puri che uscivano dalle aule celebrative con la Costituzione, in mano per protestare contro una legge del governo che, in definitiva, altro non è che il frutto immorale - vedi Carlo Vizzini - dei tradimenti alla nostra Costituzione consumati dal 25 settembre - Cesare Terranova - fino al 19 luglio 1992 - Paolo Borsellino - ucciso al momento giusto per fare largo alle tue infami omissioni, m’ha fatto indignare moltissimo.
       Vittorio, con questa lettera aperta non scrivo a gratuita offesa del tuo onore di magistrato, ma esclusivamente per conto della tremenda sete di giustizia che non dà pace all’animo mio, per Paolo Borsellino ed i cinque valorosi poliziotti trucidati assieme a Lui quel maledetto 19 luglio…. ma anche per conto di tutti gli Eroi dei siciliani onesti ed a nome di tutti quei ragazzi e miei compagni di gioco delle borgate palermitane - a cominciare dai figli di Tommaso Buscetta e di suo fratello Vincenzo - che non hanno avuto accesso alla vita per colpa del crimine… o del loro diventare criminali per darsi UNA dignità da sempre negatagli dalle ingiustizie sociali imposte alla povera gente, da quelli come te.
Vittorio non cercare gratuite offese in questa lettera aperta; essa è frutto del mio patriottico dovere sancito dall’art.54 della nostra Costituzione. In essa si notifica che uno di noi due, non è quello che vuole apparire, ed i tuoi colleghi se vogliono (sic.) hanno tutti gli strumenti per potere accertare la verità.
 Aspetto serenamente una tua reazione giudiziaria anche se sò che a Caltanissetta difficilmente la Giustizia si farà largo…ormai sembra che in Sicilia la categoria dei “Luigi Patronaggio” che interpretano le loro funzioni di Magistrato con alto senso dell’onore Istituzionale siano in sensibile calo…quella degli Eroi, poi, appare addirittura estinta!.. In compenso sembrano trovare conferma quelle voci di corridoio che indicano in forte aumento gli utili idioti ed i quaraqquàquà.. però spero di vero cuore che non sia veramente così…
                                                                                             Gioacchino Basile