di Marina Salvadore da "la voce di Megaride"
Ha fatto ritorno a casa, pochi giorni fa, il nostro Carlo Parlanti (www.carloparlanti.it ), ingiustiziato in America e detenuto per circa nove anni nel sovraffollato carcere di massima sicurezza di Avenal nella Contea di Ventura in California, per un infamante reato. E’ sbarcato a Fiumicino, finalmente libero dalle manette che la polizia yankee dell’immigrazione gli ha tolto solo dopo aver sorvolato le stelle e strisce dei confini aerei e marittimi degli States; già, perché dopo averlo trattenuto nel canile autoctono ovvero nel loro territorio, per tutto questo tempo, a pena SCONTATA, gli psicotici americani si sono resi conto del fatto che Parlanti fosse,una volta scarcerato, da considerarsi un immigrato illegale, il ché ha fatto temere, fino a pochi minuti prima del suo rimpatrio per l’assoggettamento ad altre misure restrittive o coercitive…. o semplicemente dispettose. Scaraventato direttamente dal suo Incubo sulla pista di Fiumicino di buon mattino, nel giro di poche ore aveva già rilasciato dodici interviste a quella stampa minore che si è sempre, come noi, interessata alla sua battaglia civile; non c’erano, infatti, ad attenderlo, i più noti “giornalai” di regime, ne’ i “vespasiani” di Porta a Porta, dacchè – con tutta la buona volontà – interagendo con la tv e le pagine dei maggiori quotidiani, la notizia del suo rientro non ha sortito adeguato rilievo tra gli addetti all’informazione e gli italioti ignavi e cazzimmisti, tutti presi dal profeta-jukebox Celentano, dalle inguinali mistiche di Belen Rodriguez, dalle sempre più originali esternazioni del nostro re Giorgio il Napolitano e dalle pratiche di programmazione neurolinguistica dell’Uno e Trino presidente del Consiglio; quest’ultimo, combinazione, era rientrato dalle Americhe (quella yankee e quella israeliana) appena appena prima di Carlo e sarebbe stato davvero diplomaticamente corretto se avessero viaggiato sullo stesso aereo: l’Uno e Trino in veste di arcangelo custode dell’angelo caduto e restituito generosamente sano e salvo all’Italia in segno di gratitudine per le manovre economiche, per le dentiere strappate alle bocche dei pensionati, delle sedie a rotelle tolte da sotto il culo dei disabili… et similaria e affini di "miserrima fiscale" tradotta in sostegno e beneficenza alla bisognosa Morgan Stanley (dove, "parrebbe" - a giudicare dai gossip "dietro le quinte" - che un tal Giovanni Monti, figlio dell'Uno e Trino sia uno dei massimi managers: non pensavo avesse dei figli, il ministro Monti, chissà perchè?...)... a Federal Reserve ed all’Iradiddio dell’O.N.U, delle spocchiose agenzie di rating e dei tristi mutui Subprime; un'orda famelica di coccodrilli, insomma, che sta elemosinando una colletta barbona-europeiota e forzosa-mediterranea per far fronte agli 82 milioni di dollari che mancano per mettere in produzione il bombettone da sganciare al più presto in Iran, poveri tapini… Certo, sarebbe stato commovente affidare il rimpatrio di Parlanti alle Frecce Tricolore ed ai due colonnellissimi yankees in carriera che ci buttarono giù, per un cazzeggio goliardico in stile del nostrano vituperato Schettino, la funivia del Cermis, provocando una strage... impunita... Ecchecacchio, nemmeno una rappresentanza di Amanda Knox solidale, a salutarlo con la manina e il fazzolettino sulla pista stars and stripes di partenza... ne', a Fiumicino, una rappresentanza solidale quale quella della veterana ex galeotta extraconfine Silvia Baraldini, magari con fascia tricolore; neppure uno straccio di cittadinanza onoraria è stata conferita, simbolicamente, al Parlanti de' Sordomuti italioti, da questa o quella municipalità sul Territorio, composta da giunte e consiglieri tricolorati che in campagna elettorale hanno cavalcato qualche volta la sua tigre, nella gabbia ruggente di tigri del Circo Mediatico, ammiccando agli elettori e rastrellando consensi... Leggendo in rete, qui e là, i resoconti tutti UGUALI dello sbarco di Carlo Parlanti nella sua Terra Ripromessa, aldilà delle solite note di rimando al suo caso e delle banalissime domande "a caldo" dei volenterosi giornalisti presenti, del tipo "Come si sente?", "Riuscirà a dimenticare?", "Come sarà la sua nuova vita?"... "E' contento d'essere qui?"... ed altre ovvie cazzate che avrebbero fatto bene a risparmiargli, stante l'inimmaginabile trauma emotivo ed intimo della situazione... qualcuno, leggo, è andato in cerca dell'inevitabile gossip morboso di cronaca rosa... e della femme fatale che gli ha di nuovo spezzato il cuore, la sua coraggiosa e tenace ex compagna che avrebbe meritato, invece, tutt'altra evidenza e plauso nelle cronache del rientro, per l'instancabile, eterna fatica della DIFESA LEGITTIMA di Carlo Parlanti all the world, in tutti questi lunghi anni, contro l'ignavia della politica italiana asservita e contro la "giustizia" americana degli sceriffi che sembrano essere stati partoriti dai fumetti di TexWiller, ai tempi dei Pionieri! Katia Anedda, presidente di "Prigionieri del Silenzio" è stata l'UNICA ancora di salvezza di Carlo, in tutti questi anni: la cartina di tornasole della perfida opportunista psicotica ed isterica (da"utero" compulsivo) Rebecca White, carnefice di Parlanti, e se ora ha deciso di dedicarsi anche alla sua vita privata ne ha pieno diritto; il fatto di non essere più la compagna del martire di Montecatini, sono cose che non dovrebbero minimamente riguardare e rendere vana la lunga battaglia di entrambi, più vicini che mai e sostegno l'una dell'altro, in virtù di quel gran bene prezioso ch'è il sentimento di stima reciproca e di un passato incancellabile che hanno condiviso... soprattutto ora che la parola FINE non è assolutamente da scrivere sotto il kafkiano feuilleton dell'italiano in America: ORA, Parlanti merita di scrivere il più sostanzioso e definitivo capitolo della sua tragedia giudiziaria e tutti NOI, anche i pruriginosi, gli ignavi, i cazzimmisti, gli ignari sono in DOVERE di sostenerlo nella sua battaglia per la piena riabilitazione e vittoria di GIUDIZIO, in particolare per l'odiosa macchia di un reato infame ascrittogli ingiustamente e che MAI troverà adeguato risarcimento o comodo annegamento allucinogeno nelle acque del fiume LETE ! Incazziamoci un po' di più, cari italiani, presso l'establishment yankee che ci vede costantemente proni colonizzati: potrebbe capitare ad ognuno di voi, in un Paese "quacchero", beceramente moralista e profondamente razzista quali i mirabolanti States, di ripetere l'amara esperienza di Parlanti; noi viviamo nell'algida pseudodemocrazia plutocratica e sionista, dove i sudditi contano meno di una mazza, pur essendo Popolo SOVRANO; quel Popolo in nome del quale solo fino a qualche lustro fa erano emesse sentenze che giustificavano blandamente il DELITTO d'ONORE e dove le donne che subiscono autentica violenza sono costantemente oltraggiate e non garantite come lo è stata, in California, la menzognera beneficata e "santa infilzata" Rebecca White, "felice pensionata per stupro" ! All'estero, Carlo Parlanti, brillante manager informatico agli albori della tecnologia, era uno dei fiori all'occhiello d'Italia, degnamente rappresentantivo delle peculiarità dei nostri giovani professionisti ... del resto, i nostri migliori cervelli sono stati sempre costretti ad emigrare all'estero: tanto per fare due nomi, Pittsburg e Houston, per scienze diverse ne sono un esempio eclatante tra i tanti centri di ricerca in diverse discipline, laddove i nostri cervelli si sono particolarmente distinti, unendo alla preparazione scientifica la dote mancante ai pragmatici autoctoni, la fantasia. Ora, caro Governo Italiano, siamo realisti: considerato che non hai fatto un tubo per Carlo Parlanti, neppure metterlo in condizione, utilizzando l'arte e le costose quanto inutili istituzioni della DIPLOMAZIA, di essere supportato nelle sue legittime istanze, parliamo un po' in soldoni: Carlo Parlanti, per occuparsi della sua difesa, in tutti questi anni ancorché privato di qualsiasi fonte di reddito, ha per PRIMA COSA NECESSITA' DI REINSERIRSI AL LAVORO; piuttosto che dargli gran pacche sulle spalle, a TE GOVERNO DELL'ULTIM'ORA CHE PROPUGNI IL SACRIFICIO... GIA' PERALTRO ABBONDANTEMENTE SPERIMENTATO DA PARLANTI... CHIEDIAMO DI OFFRIRGLI UN LAVORO ADEGUATO CHE GLI CONSENTA DI RICONQUISTARE DIGNITA' PROFESSIONALE, UMANA E CIVILE!... Sì, sto pensando proprio alla pregiata SOGEI, azienda d'informatizzazione statale i cui programmi per la Pubblica Amministrazione non brillano particolarmente per logica di sistema. Con un decoroso LAVORO, ritrovato il suo ruolo nella società, Parlanti potrà dedicarsi più serenamente alle sue battaglie ed eventualmente, poi, anche alle stupide cronache rosa italiote, come stampa vuole. Tutto il resto è noia... e cazzeggio! Siamo pratici!
immagini: 1) Carlo Parlanti appena sbarcato a Fiumicino; 2) Katia Anedda e Carlo Parlanti in una triste Polaroid scattata in carcere durante uno dei numerosissimi viaggi di Katia in California
Da tempo questa nazione ha smesso di essere tale. Da tempo viviamo in una falsa democrazia. Da tempo la giustizia è sempre più ingiusta. Da tempo i veri giornalisti come Marina Salvadore sono nell'ombra mentre i cessi della sedicente informazione copia-incolla continuano a spurgare merda, possibilmente camuffata da soufflè al cioccolato. Perfino l'associazione Italia-USA (usa & getta), nata in Italia, presieduta da un italiano (pagato e pagata coi nostri soldi) se n'è altamente fottuta di Carlo Parlanti, dedicandosi interamente a leccare il culo e a prodigarsi per Ama nda Knox e a suo tempo pubblicai anche lo scambio di mail con questi cialtroni. Da tempo paga il giusto per il peccatore, l'innocente per il colpevole, la vittima per il carnefice, il corrotto per l'onesto, il lavoratore per il vagabondo, l'invalido per il sano,il povero per il ricco. Mi dispiace ho perso tutte le speranze e Carlo farà bene contare solo su se stesso e su quei pochi veri amici, anche nel web, che hanno lottato insieme a lui e per lui. Il resto è pura FUFFA. Agnesina Pozzi
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