Pubblico ancora le lettere dell'EROE VERO DELL'ANTIMAFIA, Gioacchino Basile, da anni inascoltato, e volutamente ignorato da chi dovrebbe invece far luce sulle stragi e sulla cosiddetta "trattativa" Stato-mafia. Nessuna trattativa ma un intreccio criminale e complice che Gioacchino denuncia pubblicamente da decenni per la qual cosa ha pagato e sta pagando prezzi altissimi!!!
Da anni Gioacchino non si arrende e ci riprova, è nonostante tutto fiducioso nelle "isitituzioni", lancia i suoi proclami, dirige coraggiosamente le sue accuse, chiede di essere audito dalle varie commissioni parlamentari...
Chi lo ignora forse è complice, perlomeno moralmente, dell'occultamento della verità. Onore a Gioacchino Basile, vero protagonista della lotta alla mafia!!... Sugli altri "figuranti" di uno squallido teatrino e business associato, non mi pronuncio. Grazie, Gioacchino del tuo eroismo,
Agnesina Pozzi
Monfalcone 14 giugno 2013
RACCOMANDATE AR
fraz.99117 sez.13
operazione 0069 e 0070
del 14/6/2013
ore 10,20-10,22
Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
Consiglio Superiore della
Magistratura
Avv. Michele Vietti
Presidende della Camera dei
Deputati
ON. Laura Boldrini
epc.
Presidente del Senato
Senatore Pietro Grasso
Oggetto: Kamikaze
Signor Presidente Giorgio
Napolitano, come Lei ben sà, e come dal
5 giugno 2006 ben sa l’odierno Presidente del Senato ed ex Procuratore Nazionale
Antimafia Pietro Grasso, sono già ben 11 anni che da “incosciente” Don Chisciotte mi batto contro la mafia che ha
il volto delle Istituzioni per fare emergere il vile movente che determinò l’urgente
strage di via D’Amelio.
L’infame strage vede protagonista
lo scenario omissivo della Procura di Palermo che agiva in funzione d’istituzione criminale in
difesa della Fincantieri (BELSITIANA)
che pagava “le funzioni regolatrici” della famiglia mafiosa, che già nel giugno
del 1989 aveva attuato l’attentato all’Addaura contro Giovanni Falcone: i Galatolo.
Il protagonista di quelle rozze omissioni, che per essere esercitate necessitavano
urgentemente della strage che fece
uscire di scena Paolo Borsellino è l’attuale coordinatore della
ridicola “trattativa” (sic.): il Procuratore agg. Vittorio Teresi.
Dopo ben 7 anni d’inquietanti
silenzi Istituzionali, querele andate a vuoto - vedi Carlo Vizzini (sic.) - e di vecchi e nuovi depistaggi CIANCIMINIANI che avrebbero
dovuto uccidere la VERITA ’--, per non far annegare nella pestifera
melma della palude politico-istituzionale la mia patriottica speranza, nel febbraio
dell’anno 2010 ho formulato la qui allegata lettera aperta,
che la mattina del 15 febbraio di quello stesso anno, fra lo stupore degli
addetti alla mia tutela, ho
distribuito in forma di volantino dentro il “Palazzo di Giustizia” di Palermo
al solo scopo di costringere letteralmente il Proc. agg Vittorio Teresi ad
uscire dal tugurio del silenzio ed a
querelarmi per scrivere nei verbali d’un Processo a carico del "kamikaze (sic.) Gioacchino
Basile", l’infame verità che tiene in ostaggio l’onore del nostro Paese.
Dal Presidente Pietro Grasso
non mi aspetto molto, a Lui mi rivolgo solo per rispetto Istituzionale, ma da
Lei Signor Presidente e dagli altri destinatari mi aspetto, almeno, il dignitoso
impegno Istituzionale che volge l’attenzione nel Procedimento Penale r.g.n.r. N 1899/10 che si stà celebrando
nel Tribunale di Caltanissetta, dove sono serenamente consapevole delle arroganti
e vergognose difficoltà che la
Verità e la
Giustizia si troveranno ad affrontare.
La prossima “udienza”
dell’unico Processo, forse mai
celebrato, senza alcuna ammissione dei testi a difesa - erano più di 40 di cui ben 27 ben
motivati (sic.) - si svolgerà il prossimo 9 luglio 2013. Di questa decisione, assunta con
Decreto dal Giudice Monocratico: lascio a voi
la riflessione sia procedurale che morale.
Con quei testi potevo
disegnare e scrivere l’indegno scenario di quella strage che costò la vita a 6
uomini fedeli alla nostra Costituzione, la morte civile di Gioacchino Basile e
l’indegna condotta morale e professionale del Proc. agg Vittorio Teresi, ma grazie
a Dio sono sempre in grado di fare
emergere nel “Processo” la vergogna che tiene ostaggio l’onore della nostra
Costituzione ed il volto di coloro che l’hanno tradita per meschino calcolo
politico –istituzionale.
Signor Presidente, seppur con
profondo rispetto, Le voglio ricordare che non intendo morire senza aver prima
sconfitto la vergogna di quello scenario politico-istituzionale che dalla fine
degli anni 70 e fino al 19 luglio 1992 ha ordito la morte dei suoi uomini
migliori per coprire i traditori della nostra Costituzione e gli sciacalli
filostatalisti che banchettavano e banchettano ancor oggi sulla dignità e sui
bisogni della nostra gente.
Signor Presidente come Lei
ben sà sono tanti, troppi quelli che ancora oggi sotto l’abitino istituzionale
vestono lerci indumenti sporchi di fango di merda e di sangue.
Ma io spero che anche voi
destinatari – che avete precisi ed inderogabili obblighi Istituzionali – siate veramente dalla parte della Verità
e della Giustizia.
Con
rispetto
Gioacchino
Basile
Palermo, 15 febbraio 2010
Egregio Procuratore aggiunto Vittorio Teresi,
sono convinto che
i mortali semi delle polveri d’amianto, ospiti indesiderati dei miei polmoni,
stiano cominciando subdolamente a devastarli: il mio corpo mi parla, grida
l’allarme ma non posso fare nient’altro che ascoltarlo con dignitosa passività
ed attendere l’eventuale sentenza di morte con serena pazienza.
Credo che ormai
non mi resta molto tempo da concedere alla speranza, che la magistratura
siciliana abbia il coraggio di guardare dentro quelle tue ed altrui
infami responsabilità, in ordine a quelle calunnie contro la nostra
Costituzione che fino al 25 febbraio del 2002 si rendevano “misteriose” ai miei
occhi solo grazie alla strage di via D’Amelio che realizzò le uniche
condizioni possibili per consentire a te e ad altri tuoi colleghi di tradire le
mie patriottiche ragioni.
Quest’anno
all’inaugurazione dell’anno giudiziario il vedere te a Palermo (e Giancarlo Caselli a Torino) proprio
voi, due recitare la parte dei puri che uscivano dalle aule celebrative con la
Costituzione , in
mano per protestare contro una legge del governo che, in definitiva, altro
non è che il frutto immorale - vedi Carlo
Vizzini - dei tradimenti alla nostra Costituzione consumati dal 25
settembre - Cesare Terranova - fino al 19 luglio 1992 - Paolo Borsellino -
ucciso al momento giusto per fare largo alle tue infami omissioni, m’ha fatto indignare moltissimo.
Vittorio, con
questa lettera aperta non scrivo a
gratuita offesa del tuo onore di magistrato, ma esclusivamente per conto
della tremenda sete di giustizia che non dà pace all’animo mio, per Paolo Borsellino ed i cinque valorosi
poliziotti trucidati assieme a Lui quel maledetto 19 luglio…. ma anche per
conto di tutti gli Eroi dei siciliani onesti ed a nome di tutti quei ragazzi e
miei compagni di gioco delle borgate palermitane - a cominciare dai figli di
Tommaso Buscetta e di suo fratello Vincenzo - che non hanno avuto accesso alla
vita per colpa del crimine… o del loro diventare criminali per darsi UNA dignità da sempre negatagli dalle
ingiustizie sociali imposte alla povera gente, da quelli come te.
Vittorio non
cercare gratuite offese in questa lettera aperta; essa è frutto del mio
patriottico dovere sancito dall’art.54 della nostra Costituzione. In essa si
notifica che uno di noi due, non è quello che vuole apparire, ed i tuoi
colleghi se vogliono (sic.) hanno tutti gli strumenti per potere accertare la
verità.
Aspetto
serenamente una tua reazione giudiziaria
anche se sò che a Caltanissetta difficilmente
la Giustizia
si farà largo…ormai sembra che in Sicilia la categoria dei “Luigi Patronaggio” che interpretano le
loro funzioni di Magistrato con alto senso dell’onore Istituzionale siano in
sensibile calo…quella degli Eroi, poi, appare addirittura estinta!.. In
compenso sembrano trovare conferma quelle voci di corridoio che indicano in
forte aumento gli utili idioti ed i quaraqquàquà.. però spero di vero cuore che
non sia veramente così…
Gioacchino Basile
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