C’E'….CHE “BARA”…il chancho
" Gli universitari individualisti devono sparire. La vocazione personale non svolge un ruolo determinante. Per questo motivo è criminale pensare alla necessità dell'individuo (…) Solo lo Stato ha diritto di decidere cosa deve studiare una persona; se devono laurearsi dieci avvocati o cento chimici industriali. Qualcuno dirà che questa è dittatura ed hanno ragione. E' una dittatura"
(Ernesto Guevara, Santiago de Cuba 1959, Conferenza alla Universidad de Oriente)
(Ernesto Guevara, Santiago de Cuba 1959, Conferenza alla Universidad de Oriente)
" La via pacifica è da scordare e la violenza è inevitabile. Per la realizzazione di regimi socialisti dovranno scorrere fiumi di sangue nel segno della liberazione, anche al costo di milioni di vittime atomiche".
(Ernesto Guevara, Revista Verde Olivo, Prensa Latina)
"Fucilazioni? Siiii, abbiamo fucilato. Continuiamo e continueremo a fucilare finché sarà necessario. La nostra lotta è una lotta fino alla morte"
(Ernesto Guevara 11 dicembre 1964 Assemblea Generale Onu)
"A Cuba non esiste libertà. Il regime pretende sottomissione e obbedienza…Il regime perseguita gli hippie, gli omosessuali, i liberi pensatori, i poeti..Li vigila costantemente, li controlla, li reprime."
(Canek Sanchez Guevara, nipote del Che)
"L'obiettivo erano i giovani, con una particolare attenzione a quelli coi capelli lunghi, quelli sospettati di essere ascoltatori di rock & roll, i religiosi incorreggibili e, specialmente, gli omosessuali. A questi giovani, capelloni in primis, il regime affibbiava l'accusa di 'pericolosi'. Capelli lunghi, aspetto strano, gusti musicali, pantaloni attillati, pratica del cristianesimo, origine famigliare..erano tutte ragioni per trasformare un giovane in violatore della morale rivoluzionaria"
(Umberto Fontova in Del vero Che Guevara e degli utili idioti che lo idealizzano)
"Le accuse nei tribunali sommari rivolte ai controrivoluzionari vengono accuratamente selezionate ed applicate con severità: ai religiosi, fra i quali l'Arcivescovo di Avana, agli omosessuali, perfino ad adolescenti e bambini"
(Massimo Caprara ex segretario di Palmiro Togliatti)
"Un dettagliato regolamento elaborato puntigliosamente dal medico argentino fissa le punizioni corporali per i disssidenti recidivi e 'pericolosi' incarcerati: salire le scale delle varie prigioni con scarpe zavorrate di piombo; tagliare l'erba coi denti; essere impiegati nudi nelle quadrillas di lavori agricoli; venire immersi nei pozzi di escrementi. (…) La prigione Kilo 7 viene frettolosamente fatta sorgere a Camaguey: una rissa nata dalle condizioni atroci procurerà la morte di 40 prigionieri"
(Massimo Caprara ex segretario di Palmiro Togliatti)
"Il guerrigliero argentino odiava gli omosessuali e li ha perseguitati in ogni modo possibile a Cuba ..ora è diventato, dopo essere stato l'eroe del maggio francese, il martire dell'orgoglio gay. Curioso. Il personaggio più omofobo che hanno partorito le rivoluzioni del Novecento, ha finito per essere adorato da questo pubblico consumatore di fanatismi di sinistra. (…cita testimonianze); cito integralmente questa testimonianza perché la comunità gay, con la quale mi identifico e solidarizzo, si renda conto che esibire l'immagine del "Che" come moda, costituisce un insulto per molte delle sue vittime, fra le quali grandi scrittori gay cubani, per esempio Virgilio Pineira e Reinaldo Arenas. Senza contare i bambini che sono cresciuti traumatizzati dalla famosa frase: "saremo come il Che. Vale a dire guerriglieri e terroristi. A bientoit"
(Zoe Valdes , 9 ottobre 2007)
"..La gente indossa la maglietta con suo volto come un'opera di Pop Art. Ma non sanno nemmeno chi fosse. Sembra una rock star. E invece fece uccidere moltissime persone senza processo e senza che avessero la possibilità di difendersi. Io racconto le condizioni sociali che hanno reso possibile la sua rivoluzione e anche il tradimento di questa rivoluzione"
(Andy Garcia, produttore e protagonista di Lost City, pellicola scomoda e rifiutata)
"Quel ragazzo aveva solo 16 anni (…) sembrava inutile parlare con Guevara; più gli chiedevo compassione e più crudelmente mi rispondeva"..
(Javier Arzuaga, Cappellano basco alla Cabana e al Paredon, in "Cuba 1959, la galera de la muerte")
"Ernesto Guevara, detto anche Che, detto anche chancho (zozzone, maiale per la scarsa attitudine a lavarti), anch'io (da infervorata acefala e acritica e disinformata e fiduciosa e presunta rivoluzionaria nel tempo che fu), ho portato orgogliosa e imbecille le bandiere e le magliette con la tua bella faccia di figo. La tua faccia sempre su sfondo rosso, tutto il sangue della povera gente, innocente, senza pietà, senza un processo. Omosessuali, alienati, e giovani che volevoano solo portare i capelli lunghi, ascoltare il rock, esprimersi liberamente, pregare, o solo ragionare con la loro testa. Perfino un ragazzino dei tuoi, soli 16 anni, che rubò per fame un pezzo di pane. Maledetto dittatore sanguinario, avventuriero senza cognizione di causa, sadico che amavi finire alla nuca i prigionieri, bastardo che hai tinto il Paredon di rosso, affossatore dell'economia e della libertà di Cuba. Se tornassi indietro metterei la tua foto su uno sfondo di merda. Vai a cagare nell'inferno in cui senz'altro stai, insieme ai miei sogni che hai contribuito a distruggere".
(Agnesina Pozzi, revisionista della propria vita)